CURIOSITà
La comunità di Nocetum, porta del Parco Agricolo Sud.
di Camilla Baresani
C’è una Milano molto visibile, come se gridasse tutto il tempo. È la capitale italiana delle “Week”, degli eventi, delle fastose cene promozionali, alcune delle quali con scopo di raccolta fondi in favore di onlus o di fondazioni scientifiche; è anche la capitale del mattone, nel senso degli infiniti cantieri e progetti edilizi, infiniti perché sono sempre rappresentati come il “più” di qualcos’altro già esistente. Un po’ come gli elettrodomestici, che nei nuovi modelli aggiungono alla categoria energetica un ulteriore +.
E poi c’è una Milano nascosta, di cui si parla poco, perché non grida, non vende, non è commerciabile. Per esempio, quella del Parco Agricolo Sud. Molti milanesi non ne conoscono l’esistenza, eppure è un fondamentale polmone verde a disposizione dei cittadini: circa 47mila ettari (vale a dire il 30% dell’area metropolitana), una delle aree protette più grandi e ricche della Lombardia. Fu istituito nel 1990 con l’obiettivo di salvaguardare le attività agricole e l’ambiente naturale della periferia urbana.

Il parco ospita una grande varietà di ambienti naturali – zone umide, coltivi, prati, boschi – e vi operano diverse aziende agricole. Fanno parte di questa smisurata mezzaluna verde che circonda la fascia meridionale della città sia l’Abbazia di Chiaravalle, dove attorno al 1135 venne inventato “inventato” il formaggio stagionato che oggi chiamiamo Grana Padano, sia Nocetum.
Questa triade, unita al Cammino dei Monaci che nei suoi 65 chilometri di percorso attraversa il parco e passa dall’Abbazia per ricongiungersi con la via Francigena, rappresenta un ancoraggio al legame tra uomo, biodiversità del territorio, tradizione e spiritualità; una spiritualità non necessariamente religiosa.
Nocetum è una di quelle realtà milanesi che fanno poco rumore ma agiscono profondamente sul tessuto sociale e culturale della città. Fondato da Suor Ancilla Beretta, è nato come piccolo centro di spiritualità e accoglienza. Suor Ancilla, dopo una lunga esperienza di organizzazione di incontri religiosi, nel 1984 decise di ritirarsi in preghiera nella foresteria dell’Abbazia di Chiaravalle. Ebbe così modo di visitare una chiesetta di origine paleocristiana dedicata ai Santi Giacomo e Filippo, nei pressi di una grande cascina in abbandono a un paio di chilometri di distanza dall’Abbazia. Nel 1998, insieme alla geologa e teologa Gloria Mari e a un gruppo di laici fondò l’Associazione Nocetum.
L’obiettivo era quello di creare un rifugio per chi si trova ai margini della società, in un contesto in cui il contatto con la terra e il ritorno alle radici agricole potessero contribuire alla rinascita personale e spirituale. Obiettivo pienamente realizzato. Da Nocetum sono passati immigrati, senzatetto, ragazze madri, emarginati di ogni genere. Suor Ancilla è deceduta a 85 anni nel 2022. A 36 anni dalla sua fondazione, Nocetum è oggi un vero e proprio hub di sostenibilità ambientale, inclusione sociale e recupero delle tradizioni agricole locali.
Il nome “Nocetum” deriva dal latino e significa “luogo dei noci”, richiamando le origini agricole del sito e il legame con la natura circostante. Il complesso è composto dalla vecchia cascina San Giacomo, che negli anni è stata completamente ristrutturata, dove vengono ospitate una ventina di persone che devono costruire o ricostruire la propria vita, e contribuiscono al lavoro agricolo.

C’è poi una corte e la chiesetta dei Santi Giacomo e Filippo che, grazie a un approccio inclusivo, accoglie persone di ogni fede e provenienza e promuove un dialogo interreligioso, basato sul rispetto reciproco e sulla condivisione di valori comuni. E ci sono gli orti in cui la comunità lavora. La terra viene coltivata secondo un progetto di agricoltura biologica e i prodotti sono venduti direttamente alla comunità locale, secondo i canoni dell’economia circolare e solidale. Una vera e propria city farm. I proventi del mercato solidale vengono reinvestiti nei progetti sociali e formativi del centro. Gli orti di Nocetum producono ortaggi, erbe aromatiche e officinali, frutta, cereali. Non sono utilizzati né pesticidi né fertilizzanti chimici. C’è inoltre un servizio di ristorazione e di catering, ovviamente con menu bio e a “chilometro zero”. Vengono organizzati percorsi didattici con pet therapy ed eco therapy, laboratori e visite guidate, il tutto allo scopo di mostrare ai bambini (e agli adulti) urbanizzati, cresciuti nella cultura del supermercato, anche un aspetto più naturale della nostra società.

Nocetum gestisce il sito Valledeimonaci (www.valledeimonaci.org) ed è la prima tappa di campagna del Cammino dei Monaci, che parte dalla Basilica di Sant’Eustorgio, nel centro di Milano, e arriva a congiungersi con la Via Francigena all’altezza del Castello di Calendasco, in provincia di Piacenza. Nocetum, inoltre, è parte della rete di Comunità Laudato si’, nate nel 2015 per iniziativa del vescovo di Rieti Monsignor Domenico Pompili e del fondatore di Slow Food Carlo Petrini.
È passato più di un millennio da quando San Bernardo fondò l’Abbazia di Chiaravalle. L’obiettivo monastico era del tutto simile a quello che si è proposta Suor Ancilla, riuscendo a realizzarlo: creare una comunità virtuosa che includa chi viveva intorno al monastero; innovare le pratiche agricole (e oggi l’innovazione sta nel ritorno al biologico); ospitare i derelitti per ridar loro una speranza e un ruolo nella comunità; produrre, vendere, realizzare l’autosufficienza.